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27 Luglio 2024

Sessualità: bellezza e banalizzazioni


(Gianni Giovangiacomo) Livorno, 28 febbraio. “La sessualità: bellezza e banalizzazione, libertà e responsabilità” è il tema del convegno che si è svolto nella sala Fagioli in Vescovado. Il Vescovo, monsignor Simone Giusti, ha aperto l’incontro invitando i presenti a riflettere su “una materia delicata di cui si conosce ben poco”. Il moderatore dell’incontro, il dottor Luca Mastrosimone, dopo aver ringraziato i relatori, ha citato il testo biblico “Il Cantico dei cantici” dove si dà importanza all’amore terreno che ci invita a vivere il corpo nella sua bellezza e si interpreta l’amore come donazione di sé. Oggi invece assistiamo alla banalizzazione della sessualità mentre ci sarebbe bisogno di una agenzia educativa in grado di far comprendere ai giovani la bellezza dello stare insieme. La relatrice, Carla Minacci, presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani (AMCI) della Toscana, ha iniziato partendo dalla definizione del termine sessualità che coinvolge tutta la vita relazionale degli individui a cominciare dalla tutela della riproduzione. Sono molti gli studiosi che ne hanno parlato: da Freud che la fa da genesi di alcuni disturbi mentali per arrivare allo statunitense dottor Kinsey, teorico della rivoluzione sessuale a partire dalla più tenera età. Studi recenti la ritengono importante per la costruzione dell’identità personale, sulla sessualità infatti convergono vari settori del sapere, ma tali aspetti vengono spesso separati invece di integrarli in una ricerca armonica. Si arriva così al concetto di genere, della identità di genere, “gender”, che si vuole soggettiva e autodeterminata per cui ciascuno ha la libertà di scegliere “il proprio sesso di appartenenza” e il vero sesso biologico viene messo da parte. Partendo da questo percorso distruttivo si arriva anche a “distruggere la famiglia tradizionale” tramite una manipolazione che ci allontana dall’effettiva realtà. Una manipolazione voluta da intellettuali cattedratici insieme ad esperti di pianificazione famigliare in grado di orientare i consumi secondo i propri interessi. Il “gender” è stato facilitato dai documenti espressi dalle ONG dell’ONU che tendono a ridisegnare una nuova antropologia. E’ allora necessario ricondurre tutti al ”rispetto delle differenze” senza che le questioni siano risolte dalle sentenze dei magistrati. Bisogna anche considerare le tesi portate avanti da un certo femminismo radicale che invita le donne a liberarsi non solo dal maschilismo ma anche dalla maternità, per cui il sesso è considerato solo per l’aspetto ludico-ricreativo determinando la caduta dell’etica e del senso di responsabilità, in quanto non esistono più etiche condivise. La speranza -ha concluso la relatrice- è che ognuno si faccia una opinione di quello che sta accadendo e che ognuno faccia la propria parte contribuendo a sviluppare uno spirito critico. Ha quindi preso la parola don Simone Barbieri, esperto in bioetica, che ha invitato a comprendere la sessualità nella interezza della persona umana che è costituita, insieme, da corpo e spirito. La libertà per l’individuo non è di scegliere ma di “compiere il bene” che è sempre il valore da perseguire. Ci troviamo di fronte ad un mondo che lamenta la perdita di speranza per il futuro, e questo è un fatto comprovato dalla diminuzione dei figli. Questa “mentalità contro la vita” è espressa dalla contraccezione e dall’aborto. Si dice che l’aborto sia evitabile grazie ai mezzi anticoncezionali, ma nel nostro caso “non esiste la logica del male minore” perché il fine è sempre lo stesso, rendere banale qualcosa di grande come una nascita, grazie al trionfo di una “mentalità edonistica”. Gli aborti nel mondo sono 56 milioni l’anno e tra questi non sono conteggiati gli aborti chimici, in Italia vi è una diminuzione dovuta alla pillola che rappresenta solo un “addormentamento della coscienza” in una “mentalità contraccettiva” dominante . L’uso del condom poi non rappresenta nemmeno una barriera sicura per prevenire le malattie sessualmente trasmissibili. Per affrontare allora seriamente questi problemi sono necessari: una educazione alla sessualità, la formazione dei giovani, la necessità di un cambiamento dei nostri stili di vita. Al termine, il Vescovo, partendo dall’ideologo dell’ottocento, Fourier, precursore del “diritto all’orgia”, ha detto che con le teorie del gender ci troviamo di fronte ad una visione ideologico-marxista della società che va in compagnia con la massoneria di rito scozzese che fonda la propria azione “nell’appagare il desiderio di ogni singola persona”, qualunque sia questo desiderio, che trova un punto di riferimento “in quel nemico della vita che sono gli Stati Uniti d’America”. In Russia invece la Chiesa locale cristiano-ortodossa si batte per abolire la legge sull’aborto, e in questa dimensione il Vescovo ha annunciato, per il prossimo ottobre un Simposio Internazionale sulla famiglia che a livello ecumenico ed interreligioso coinvolgerà sia i cattolici che gli ortodossi.
Gianni Giovangiacomo