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28 Marzo 2024

Torna lo Chalet alla Rotonda d’Ardenza


Livorno, 13 giugno 2018. Tornerà ad essere centro di aggregazione e di svago, d’incontri e di distrazioni. Può darsi. Certo è che dalla prossima settimana la pineta frequentata da Fattori, Ulvi Liegi e Amedeo Modigliani ad Ardenza, avrà ancora il suo chalet nuovo di zecca, dopo quindici anni dalla chiusura. Lunedì prossimo alle 11,30 l’inaugurazione, poi a sera rendez-vous degli artefici della ricostruzione e della gestione (gruppo composto da Programma Costruzioni, Ginnastica Livornese, pasticcerie storiche Labronica e Cristiani) con i loro collaboratori e mercoledì 20 apertura al pubblico. Edificio liberty incorniciato da trecento metri quadri di vetrate, gelateria, caffetteria, pasticceria, cocktail-bar, cucina a vista per la gastronomia, all’interno spazio per eventi e all’esterno la piazzetta per happening all’aperto. Trent’anni di concessione alla società che nel 2103 vinse il bando del Comune, attento alla ricostruzione della struttura. La chiusura avvenne nel 2003. Il locale non era in linea con le nuove normativa sanitaria. Poi difficoltà varie, contenzioso giudiziario con la società che si era aggiudicato il bando precedente, soluzione, svolta negli anni scorsi e nel 2015 inizio e conclusione dei lavori della nuova società. Reminiscenze storiche e ricordi si confondono nella lunga vita dello Chalet, frequentato sin dal 1953 l’anno in cui Mario Borgiotti, appassionato d’arte fiorentino, con gli amici Nedo Luschi e Renzo Casali, dette vita al Premio Rotonda nell’attraente pineta e quel locale, fu teatro di riunioni infuocate delle giurie d’allora. Al primo Rotonda parteciparono artisti livornesi attratti dal passaparola degli amici. Borgiotti mise in palio 50mila lire per il vincitore. Seguirono la crescita, la notorietà e la voglia di partecipare. Nel 1958 il “botto” con la giuria “champion” di quei tempi: Carlo Carrà, Ardengo Soffici, Francesco Messina, Pietro Annigoni, che richiamò appassionati, esperti, mercanti di quadri, attori dalla vicina Castiglioncello e critici da ogni parte d’Italia, che raccontarono del premio con i fotografi che immortalarono i “vip” accorsi e lo chalet ardenzino, che divenne degna cornice del grande evento di quell’agosto.
Lo chalet lo ricordano anche come luogo d’incontri, dibattiti, conferenze, presentazione di libri, ma di pomeriggi trascorsi ai tavoli dove si svolgevano lunghe canaste, gioco di gran voga negli anni sessanta, dove si amava trascorrere le ore fino all’imbrunire al fresco sorseggiando bibite, di uomini in giacca e cravatta e di donne in abiti di seta. E anche di serate danzanti e di cene tra amici, di giochi da tavolo e di lunghe chiacchierate, che i giovani non disdegnavano.
La nuova gestione fa affidamento sulla voglia dei clienti, vecchi e nuovi, di ricreare nel verde della rotonda pineta sul mare, il salotto della città.