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20 Aprile 2024

Toscana Dem a Delrio: “Basta ritardi per Corridoio Tirrenico e Darsena Europa”


(Massimo Masiero) Luglio, 12 luglio. La Toscana dem ha deciso di farsi sentire a Roma. Troppi i ritardi sul programma dei grandi lavori, promessi e sottoscritti dal governo, ancora non mantenuti. Sei i mesi di tempo per sbloccare la situazione e rispondere. E lo dovrà fare il ministro delle infrastrutture Graziano Delrio, al quale si sono rivolti Dario Parrini, segretario Pd toscano; Leonardo Marras, capogruppo Pd in Regione; Vincenzo Ceccarelli, assessore regionale ai trasporti; Stefano Baccelli, presidente commissione ambiente in consiglio regionale. Consenziente Enrico Rossi, presidente della Regione, che di recente ha invitato il governo a darsi una mossa e anche Matteo Renzi.
Il corridoio tirrenico, collegamento viario essenziale per l’economia verso il sud, doveva congiungersi con Civitavecchia, ma e stato sempre fieramente osteggiato dai vip di Montalto di Castro, dagli amministratori locali della zona e dai vacanzieri politici che trascorrono settimane in relax da quelle parti, dopo le fatiche parlamentari romane. Sempre osteggiata l’autostrada perchè nociva all’ambiente, al flusso turistico, non invece all’economia della fascia costiera. Nelle ultime settimane sarebbe stata individuata una via di mezzo con percorso a raso e strada di grande comunicazione, ma ancora tutto è fermo, accordo non ancora raggiunto sul tracciato. L’attesa per l’arteria ormai dura da mezzo secolo.
La costruzione della Darsena Europa del porto di Livorno, quello della Toscana, come lo valuta la Regione, è sulla pista di lancio, ma si allungano i tempi nei confronti dei bandi di gara, sempre rinviati per invogliare più imprese a partecipare, sostiene l’Autorità Portuale, ma ritardi che finiscono per infastidire operatori, cittadini, istituzioni e politici stessi. E’ stata fatta l’ipotesi di rimettere mano al progetto. Idea ministeriale e del nuovo corso dell’Autorità Portuale? Il punto interrogativo è d’obbligo: forse spaventa la spesa di 866,5 milioni di euro e si vuol ridurre il progetto stesso.L’ipotesi continua a circolare ed ha avere “supporter”. Allo sviluppo portuale è collegato, come spinta per uscire dalla crisi decennale della zona, l’accordo firmato dal governo Renzi che definisce “area di crisi complessa” Livorno, Collesalvetti e Rosignano (che ha già ottenuto finanziamenti per investimenti della società Solvay).
Altro problema da considerare, anche se non emerso nell’incontro fiorentino, la vicenda Aferpi di Piombino, dove si stanno registrando le ultime annotazioni di carattere sociale con la definizione amministrativa , avvenuta al ministero dello sviluppo, tra sindacati e tecnici ministeriali, con l’Inps, per far arrivare in tempi certi i soldi previsti dalle normative vigenti, quelle giuste, non le altre male interpretate dai superburocrati, urgenti e necessarie ai lavoratori, che devono mettere insieme il pranzo con la cena. Anche perché è l’ora di far proseguire speditamente il cronoprogramma del polo siderurgico Cevital-Aferpi firmato al Mise e che si deve concretizzare nei tempi previsti senza altri eccessivi intoppi. La vicenda è annosa e se non si fa chiarezza, una volta per tutte, rischia di creare un territorio senza la produzione dell’acciaio, che per un secolo ne ha garantito prosperità e certezza.
Con tutto questo essere o non essere, dire e non fare, i dem toscani hanno deciso pertanto di muoversi senza altri indugi, a livello di governo e di ministero, con interpellanza in Parlamento e con mozione in consiglio regionale. Anche perché erano in troppi a iniziare a spazientirsi. Il segretario Pd Dario Parrini, sostenuto da Enrico Rossi, Mdp, ha chiesto al ministero delle infrastrutture, Del Rio, di battere un colpo, ma che sia udibile anche da lontano (Livorno, Piombino e dintorni) perché si decida a far arrivare almeno i 50 milioni promessi a carico dello Stato per il porto livornese, e anche a concretizzare gli altri impegni. Era l’ora, ha detto qualcuno. E che il sollecito, forte e chiaro segnale politico, giunga anche alle orecchie di chi deve sentire.