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26 Aprile 2024

La Guardia di finanza in azione (foto d'archivio)

Anti camorra, arrestato per usura il fratello della Cirinnà


Roma, 8 luglio 2020 – Il fratello della senatrice Monica Cirinnà, Claudio Cirinnà, è stato arrestato nel corso della vasta operazione, promossa dalla direzione Antimafia di Roma e condotta da Polizia e Guardia di finanza, che ha smantellato l’organizzazione camorristica del clan Senese. Misure cautelari di vario tipo sono state eseguite a carico di ventotto persone. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati anche beni ed aziende per un valore di circa 15 milioni di euro.

In via precauzionale è stato disposto il carcere per il capoclan Michele Senese, che tuttavia è già detenuto nella casa circondariale di Catanzaro, da dove, fino a ieri, coordinava le attività del gruppo camorristico. Tra coloro che sono finiti in carcere ci sono anche il fratello Angelo Senese, la moglie Raffaella Gaglione e il figlio Vincenzo Senese. A loro è stata contestata l’associazione mafiosa.

Non è stato invece contestato il reato di associazione mafiosa al fratello della senatrice del Pd, finito in manette assieme al figlio Riccardo Cirinnà, quest’ultimo nipote della parlamentare. Tuttavia, in forza delle accuse di usura, estorsione ed autoriciclaggio, per Claudio Cirinnà è stata disposta la misura precauzionale del carcere, mentre il figlio Riccardo è stato posto agli arresti domiciliari. La posizione di quest’ultimo è difatti più leggera rispetto a quella del padre. In ogni caso, in comune con i Senese, i Cirinnà avrebbero solo l’attività usuraia, dal momento che i Senese, a un certo punto, avrebbero acquistato il debito contratto da un piccolo imprenditore, Antonio Leone, nei confronti di Claudio Cirinnà.

Secondo le contestazioni elevate della capo aggiunta della direzione Antimafia di Roma, Ilaria Calò, coadiuvata nel suo lavoro dal sostituto Francesco Minisci, Cirinnà aveva prestato 138 mila 500 euro a Leone. Il quale si sarebbe trovato in difficoltà a restituire la somma. Cirinnà avrebbe dunque ceduto il debito al clan Senese che avrebbe messo in atto un atteggiamento fortemente coercitivo verso Leone, arrivando a minacciarlo in modo pesante, tanto che nell’ordinanza di arresto si parla di numerose telefonate e di minacce effettuate anche con dei cani di grossa taglia. Da una denuncia del piccolo imprenditore sarebbe partita l’intera operazione che ha portato all’arresto di ventotto persone, di cui sedici in carcere, sei agli arresti domiciliari e sei con l’obbligo di dimora, operazione svoltasi con successo nelle province di Roma, Napoli, Verona, Frosinone e L’Aquila.