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19 Marzo 2024

Una veduta di San Vincenzo (foto libera da diritti tratta da Wikimedia Commons)

Il sindaco di San Vincenzo arrestato per corruzione, con lui sotto inchiesta imprenditori politici e dirigenti pubblici


Livorno, 9 marzo 2021 – Il sindaco di San Vincenzo, Alessandro Bandini, è stato arrestato oggi, martedì 9 marzo, per aver ricevuto da due imprenditori un “sostegno politico finanziario” pari al 2 o 3 per cento degli appalti pubblici. Assieme a Bandini sono finiti agli arresti domiciliari anche i due imprenditori.

L’operazione condotta da Guardia di Finanza, Polizia giudiziaria e Polizia municipale, coordinata dalla Procura della Repubblica di Livorno, contesta al sindaco di San Vincenzo il reato di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio nell’ambito di gare d’appalto. I due imprenditori edili, invece, vengono considerati “artefici di dazioni illegittime la cui uscita dalla contabilità aziendale è stata dissimulata tramite il pagamento di fatture per operazioni inesistenti”.

Per l’ex segretario comunale di San Vincenzo, Salvatore De Priamo, è stata chiesta l’interdizione dai pubblici uffici (prima dovrà sostenere interrogatorio di garanzia davanti al gip, ndr). Complessivamente gli indagati sono ventitre, tra i quali il vicesindaco Delia Del Carlo e due assessori in carica, Elisa Malfatti e Massimiliano Roventini. Sotto inchiesta anche l’ex dirigente dell’area Servizi finanziari e lavori pubblici di San Vincenzo, Nicola Falleni, oggi direttore generale del Comune di Livorno.

Le indagini hanno preso avvio da un esposto presentato da un privato cittadino a seguito di un permesso a costruire, rilasciato dal Comune di San Vincenzo, che andava a modificare la visuale del mare a causa della sopraelevazione e del cambio d’uso di un ex locale commerciale adibito a ristorante, provvedimento poi annullato per due volte dal Tar della Toscana perché in contrasto con le norme urbanistiche comunali. Le indagini, condotte dalla sezione di Polizia giudiziaria presso la Procura e dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Livorno, hanno evidenziato “reiterate condotte di ritenuto abuso edilizio, agevolate da altri comportamenti delittuosi” in particolare “dal falso in atto pubblico alla corruzione, alla turbata scelta del contraente negli appalti ad opera di imprenditori e funzionari”.

L’azione del Comune di San Vincenzo, secondo gli inquirenti, in alcuni casi sarebbe stata “diretta ad assecondare le richieste provenienti da imprenditori che hanno contribuito, con varie modalità, ad assicurare, per la rielezione del sindaco alle amministrative del maggio 2019, un sostegno politico e finanziario nella misura del 2 o 3 per cento delle somme incassate per effetto dell’aggiudicazione di lavori pubblici“.

Secondo quanto ha fatto sapere la Guardia di finanza, è emersa “una resilienza degli indagati alle decisioni della giustizia amministrativa, adita contro i provvedimenti contestati come illegittimi del Comune”. Infatti, per “risolvere i vizi eccepiti”, sarebbero state studiate “strategie tendenti ad eludere la sostanza delle norme urbanistiche”, tanto che non è stata esclusa “la compatibilità tra l’operazione urbanistica e una possibile condotta corruttiva”.

In altri casi, invece, gli esponenti politici del Comune avrebbero tenuto condotte tali da far contestare loro di essere espressione di precisi interessi economici degli impresari assegnatari di lavori pubblici.

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