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26 Aprile 2024

Livorno a Fuoco, il Trionfo del Murale che ricorda sei grandi cittadini


(Angela Simini) Livorno, 16 giugno. Un colpo d’occhio stupendo il Murale che porta in trionfo sei teste di grandi livornesi Armando Picchi, Pietro Mascagni, Zeb, Giovanni Fattori, Carlo Azeglio Ciampi e Amedeo Modigliani, un compendio delle glorie livornesi nello sport, nella musica e nella pittura, ivi compresa anche la street art di Zeb. Realizzato con colori vivaci in acrilico e spray, su 45 mq del muro perimetrale dell’area “Pista di Pattinaggio” in viale Nazario Sauro (angolo via dei Pensieri ), il fantastico e suggestivo Trionfo ( è questo il nome dell’ affresco) è stato inaugurato dall’assessore Francesco Belais, in veste ufficiale, in quanto il Comune ha aderito al Progetto “Livorno a Fuoco” indetto dalla Fondazione Trossi Uberti e finanziato dal Rotary Club, che ha anche assegnato una borsa di studio di 1500 euro e un rimborso spese di altri 500 euro ai due autori, Andrea Montagnani e Cosimo Grandoli di Volterra (classe 1989).
I due giovani sono risultati vincitori del concorso rivolto ad artisti e gruppi di artisti (under anni 35), selezionati tra ben 84 concorrenti, da una commissione composta da Gianni Pozzi (nel ruolo di Presidente), docente di Economia dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, Paolo Ciriello, fotografo di scena, Alberto Salvadori, direttore dell’Osservatorio per le arti contemporanee dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Antonietta Squillante, responsabile Fim Commission Comune di Livorno e Olimpia Vaccari, coordinatore del Centro di Studi Storici Mediterranei Università di Pisa e Vicepresidente del Rotary.
I due artisti avevano presentato in origine un bozzetto con Cristiano Lucarelli, che però ha rinunciato per dare spazio ad Armando Picchi, hanno già un’esperienza lavorativa di due anni nella street art come graffitari e, d’altra parte, il murale rivela una eccezionale capacità di impressionare e di captare gli occhi del passante. La motivazione della Giuria per l’opera vincitrice: “Si tratta di un lavoro che parte da sei grandi foto di illustri livornesi, politici, artisti, calciatori, vignettisti anche e ne propone la trasposizione pittorica, due a due, nei tre riquadri del muro assegnato per l’iniziativa. L’opera è sembrata, nell’apparente oggettività dei ritratti fotografici, un interessante esempio di commistione tra fotografia, pittura e affiche pubblicitario, capace di fare della street art non solo un veicolo di espressione personale ma anche un elemento urbano capace di veicolare una memoria collettiva, ricostruita però dal punto di vista di un autore. Non va dimenticato del resto come molti esempi di arte contemporanea, dagli anni ’60 in poi, abbiano insistito proprio sull’appropriazione anche di spazi pubblicitari – muri, cartelloni o altro – piegandoli a un uso non pubblicitario e utilitaristico ma artistico, proprio per una diversa vivibilità dell’arte e dello spazio urbano”.
“Il Comune ha voluto aderire a questa iniziativa, che mi auguro non sia l’ultima, ma solo la prima di una lunga serie, per riqualificare la città e perché questa operazione, che ha avuto un costo molto elevato, serva di esempio e inviti la popolazione a rispettare tutti i muri”. Ha detto l’assessore (nella foto da sinistra con Magonzi,Parodi e i vincitori davanti al murale)
Ed anche il presidente della Fondazione Trossi Uberti , Gianfranco Magonzi, ha parlato di educazione e di sensibilizzazione a tutte le forme di arte, come dimostra la presenza dello stesso Zeb, graffitaro livornese per eccellenza, tra le sei teste del murale.
Ed un’altra ragione ha apportato Augusto Parodi, presidente del Rotary: “Il nostro grande vantaggio, come italiani, sono l’arte e lo studio, come il graffito dimostra. Sono queste le nostre risorse da sfruttare e noi rotariani ci impegniamo perché i giovani artisti, emergenti in tutte le forme di arte (vedi anche la mostra del fumetto) possano vivere del loro lavoro”.
A questi interventi rivolti con estrema sincerità ai presenti, ha fatto seguito la bella considerazione del professor Gianni Pozzi, presidente della commissione: “Solitamente la street art nasce come contestazione in opposizione al potere, poi entra nell’arte e la stravolge. Questa volta il murale, autorizzato dal Comune, è un classico esempio di come il genere del graffito sia testimone storico di una città e di una civiltà, a differenza del monumento che rappresenta il potere, ma che è legato al potere che l’ha voluto. Abbiamo visto quante volte i monumenti sono stati abbattuti con la caduta di un regime”.
Anche l’opera seconda classificata, “Dippy dippy” di Attilio Trovato di Enna, classe 1993 ha avuto la seguente motivazione: “Si tratta in questo caso di una lunga striscia dipinta con una storia minimale. Due ragazzini seduti al centro, toccandosi, si scambiano reciprocamente il colore della pelle, quello chiaro diventa un po’ più scuro e viceversa. Il tocco lieve, i modi da fumetto e il tono leggero del tutto fanno sì che la scena eviti ogni didascalicità, affrontando invece con un punto di vista visivamente originale un tema complesso come quello della convivenza tra le diversità, che è peraltro un carattere fondante dell’identità cittadina livornese”.
Infine, terzo classificato è il progetto “Sognando l’avventura” di Davide D’Angelo (Ascoli Piceno, classe 1984). Il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Trossi-Uberti, visti i vari altri progetti tra quelli selezionati come più interessanti dalla Commissione d’esame, con unanime decisione ha deciso di assegnare una propria menzione speciale conferendola al progetto “Controvento” di Alessandra Carloni (Roma, classe 1984). Nel tardo pomeriggio a Villa Trossi Uberti, si è svolta la premiazione dei vincitori Andrea Montagnani e Cosimo Grandoli. Nelle sale della villa, è stata poi inaugurata la mostra dei bozzetti dei murales presentati dai partecipanti al concorso. asimini@alice.it