Pagine di futurismo: Francesca Cagianelli sul sodalizio Krimer-Dottori
6 Giugno 2018
Collesalvetti, 6 giugno 2018. Si conclude, domani, giovedì 7 giugno 2018, ore 17, con un focus sull’inedito sodalizio futurista “Krimer-Dottori”, il “Calendario Pinacoteca/Primavera 2018”, dal titolo Pagine di Futurismo: tra storia e scoperta, promosso dal Comune di Collesalvetti, ideato e curato da Francesca Cagianelli, in occasione della mostra Krimer (Cristoforo Mercati) 1908-1977. Futurista con Marinetti, Vàgero con Viani, in corso alla Pinacoteca Comunale Carlo Servolini (fino al 14 giugno, tutti i giovedì, ore 15.30-18.30), via Umberto I.
Dalla mitizzata infanzia, restituita liricamente in un articolo pubblicato in “Il Popolo di Trieste” del 1940, dove Krimer inaugura il suo corso memorialistico con una sorta di flash retrospettivo amplificato dal mistico fulgore del sole umbro, fino al riverbero della fiaba, il patronage di Gerardo Dottori si dipana progressivamente per poi trasformarsi in una pluriennale amicizia.
Tra il 1914 e il 1918 tale sodalizio sembra evolversi quasi fisiologicamente dalla fiaba di un Futurismo pervaso di Marinetti, di dinamismo plastico, dell’intonarumori di Russolo, di parole in libertà, e ancora, di Boccioni, Severini, Carrà, Soffici, fino a un vero e proprio sogno di rinnovamento.
Finchè, nel 1922 Dottori diviene una sorta di mediatore tra Krimer e Marinetti: ed ecco che il resoconto del primo incontro con l’ideologo del Futurismo, ricondotto al 1922, ovvero a soli 14 anni, si dipana tra le righe di una dettagliata sequenza autobiografica dedicata all’evento futurista nella Sala dei Notari, sorta di imprimitura della sua più intima vocazione artistica.
Ma è in coincidenza della stagione del secondo Futurismo che la centralità del ruolo di Dottori nell’ambito della carriera artistica krimeriana si dispiega con ulteriori dettagli nel corso delle due puntate intitolategli dall’allievo sul Telegrafo del 1969, dove i primissimi protagonisti, in particolare Sant’Elia, per l’architettura, Silvio Mix, Balilla Pratella, Russolo, per la musica, Prampolini e, naturalmente Balla e Dottori, dominano nelle vesti di “primi autentici puliti contestatori globali”.
Nel prosieguo dell’avventura biografica krimeriana Dottori si accampa quale esempio di Arte e moralità: è il momento delle gare per i poeti-record, quando il Futurismo decolla verso orizzonti di aeropittura, e, non a caso, Krimer conclude: “Volavamo alti, liberi, leggerissimi, nei nostri ideali aerei, sul mondo cosparso ancora di arte in avanzata putrefazione. Con Marinetti altri maestri: da Giacomo Balla a Gerardo Dottori, da Fortunato Depero a Enrico Prampolini fino a Tato: da loro veniva un impareggiabile insegnamento; d’arte e di moralità”.
Tra il 1927 e il 1929, durante la stagione romana, Krimer moltiplica l’impeto del flusso memorialistico, fino a idealizzare alcuni dettagli autobiografici relativi alla riavviata frequentazione di Dottori, la cui statura viene in quest’occasione trasfigurata in una sorta di mistico umbro.
In particolare nel 1928 si colloca l’ideazione del Futurblocco e la frequentazione di Casa d’Arte Bragaglia, tappe di un percorso eroico e burrascoso, come avrà a definirlo Krimer, nell’ambito del quale Dottori riveste il ruolo di “preziosa guida”.
Seguono reciproche collaborazioni di altissimo quoziente strategico, in occasione del poema aviatorio “Ali” (1930), i cui componimenti lirici rispondono a un’impalcatura programmatica, orchestrata tra citazioni di brani di D’Annunzio, Marinetti, Mussolini, e riproduzioni di opere di Thayaht, Dottori, Marasco, BOT, così come in occasione de “L’Artiglio” (1932), promosso nel 1932 dalla Federazione dei Fasci di Combattimento della Lucchesìa, cui partecipano non solo i fedelissimi Viani e Dottori, ma anche alcuni giovani protagonisti dell’establishment letterario e artistico viareggino, quali lo scultore e xilografo Spartaco Di Ciolo e il futurista Uberto Bonetti, coinvolto anch’egli in veste di disegnatore.
E se nel 1933 Dottori recensirà l’altro poema aviatorio di Krimer, Ho rubato l’arcobaleno, sulle pagine di “Futurismo”, nel 1934, data della fondazione del mensile “Tirrena”, Dottori risulta ancora una volta tra i collaboratori.
Dopo gli anni Quaranta, caratterizzati da una vera e propria pausa del sodalizio finora evidenziato, nel 1953 si assiste a una sorprendente ripresa del dialogo tra Krimer e Dottori in coincidenza dell’antologica del futurista umbro al Centro Versiliese delle Arti.
Tale mostra, corredata da un catalogo introdotto da Anton Giulio Bragaglia, era il risultato di un serrato dialogo epistolare, conclusosi nel settembre 1953 con la corresponsione da parte di Dottori, motivato negli anni Cinquanta a incentivare il ritmo della propria attività espositiva in Versilia, “ad una amichevole richiesta di Krimer che desiderava chiudere in bellezza la molteplice attività del Centro Versiliese delle Arti”.
Il futurista perugino è ormai un “fratello maggiore” di Krimer, come evidenzia quest’ultimo in un articolo del 1969 dedicato alla serata inaugurale della mostra di Dottori, nominato in quell’occasione Socio Onorario del Centro Versiliese delle Arti: “Non era più lo ‘zio’ Gerardo – commenta Krimer – ma un mio maestro dei più cari, era un mio fratello maggiore”.
Non è un caso che nel 1960 Dottori legittimi la svolta pittorica di Krimer, applaudendo tale risorta inclinazione creativa nei termini di “liriche cantate con una tecnica raffinatissima” e che, di rimando, nel 1969 Krimer pubblichi sulle pagine di “Futurismo-Oggi” una poesia dedicata a Dottori, Minuetto, tratta da Ho rubato l’arcobaleno.
Approda al 1970, con alcune emblematiche sequenze di documentazione epistolare, l’ancora inedita vicenda del sodalizio Krimer-Dottori, finalmente in scena alla Pinacoteca Comunale Carlo Servolini.
(Nella foto, pubblico nella sala della Pinacoteca Servolini)
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